La Hispano-Suiza è un’auto a corsa lunga, cioè ha un’ampia distanza fra il punto morto inferiore e quello superiore. Questa macchina ha un alto numero di giri, è forzata, per così dire, è una macchina che annusa cocaina. Il suo motore è alto e affusolato.
Sono fatti suoi.
Comunque, il cofano della macchina è lungo. In questo modo la Hispano-Suiza si maschera dietro al suo cofano; ci sono quasi settanta centimetri di distanza fra il radiatore e il motore. Quasi settanta centimetri di menzogna, messi lì per gli snob, violano la fattura e mi mandano su tutte le furie.
Se mai ti odierò, se mai potrò cantare:
Scomparite o sentieri,
Per i quali passeggiavo!
allora, invece di mandare la tua memoria al diavolo, la spedirò proprio in questo vano della Hispano-Suiza.
La tua Hispano-Suiza è cara, ma non vale niente. Spesso, al posto della portiera, mettono delle carrozzerie con sedili ribaltabili di lato. Deve piacere ai gigolo.
Ha un’inclinazione del volante disdicevole e se fosse un uomo avrebbe anelli alle orecchie. La tua Hispano-Suiza non ha il radiatore al posto giusto, porta polsini applicati. Non ti amerà mai. E tutto questo per me è più interessante del destino dell’emigrazione russa.
[Viktor Sklovskij, Zoo o lettere non d’amore, Sellerio 2002]