Coso rotondo

Amleto Salvi indossava una tuta di acetato di scarsa qualità che lo faceva sembrare sempre trasandato: di una o due taglie più grandi e col tessuto dei gomiti e delle ginocchia sgualcito; i capelli anche li portava sgualciti a tono, di qua appiccicati sulla fronte, di là sollevati da una forza oscura; e la pelle pure restava come sgualcita, abbandonata all’usura del tempo. E per di più in maniera sgualcita teneva il passo, come di uno che non gliene fregava più niente. E Amleto Salvi se lo ricordavano perché diceva sempre che lui nel grande coso rotondo era soltanto un errore, e se stava vicino a una superficie piana lo diceva battendo un pugno o addirittura la testa, da far saltare tutti per lo spavento ma da lasciarli subito dopo con un certo senso di angoscia. Così Amleto Salvi se n’andava tutto sconsolato errando nel suo cammino di vita che lo portava sempre a sbagliare, ritenendosi per l’appunto un errore vivente, e stava perciò sempre a dire Ma che due coglioni; due coglioni per questo e per quell’altro.
Amleto Salvi passava ormai per uno che si lamentava e basta, tanto che gli avevano appioppato un soprannome indicibile, che l’offendeva non poco, e veniva spesso infastidito con delle domande, se gli chiedevano, per sfotterlo, Ma due coglioni cosa?, lui rispondeva serio: Due coglioni tutto, ogni cosa che è è allora una cosa per cui io dico ma che due coglioni. E poi continuava dicendo che il cielo sopra di lui, ad esempio, la volta celeste, se la guardavi bene da sotto, e a quel punto alzava gli occhi al cielo, non era nient’altro che la superficie interna di un enorme coglione che gli gravava sopra la testa, e disegnava un arco con la mano, per far capire meglio il verso e la grandezza della concavità, e la volta notturna, invece, se proprio lo volevano sapere, dato che glielo avevano chiesto, non era nient’altro che la superficie interna dell’altro coglione che gli stava sopra, e che facevano di lui un miserabile. E ciò lo portava inoltre a concludere che tutt’intorno c’era una gran puzza di mutande usate, se proprio lo volevano sapere.

[Francesco Marsibilio]

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