La secchia rapita

Prefazione inedita a La secchia rapita di Alessandro Tassoni

O lettore che tieni il libricciuolo
In aria come fosse bella mela
Sollevata tramite il picciuolo,
Sbuccia la buccia e palpa quel che cela:
Una bella novella, un dolce duolo,
Una commedia, una telenovela
Che ha per tema la storia molto ardita
Di una famosa assai Secchia rapita.

È la secchia si sa quel ch’è il secchione,
Pulzel in erba pallido e solingo
Che mette ogni sua cura ed intenzione
Nel consumarsi in libricin ramingo
E di maestre è la sodisfazione
E di professoresse, non guardingo
Da’ brutti bulli ignoranti e duri
Cui non cale ch’il suo successo duri.

Una secchia di quelle che abbiam detto,
Brufolosa e sanza donzellette,
Che pigliavasi l’unico diletto
Nel compitar solerti paginette,
Un giorno, ma la data non sospetto,
Per l’ora, mah, direi verso le sette,
Si prese sulla testa una gran botta
E cadde al suol come patata cotta.

Chi mai diede su quella testolina
Ronzante assai di compiti ben fatti
Il colpo crudo che dipoi la inclina
A sonnecchiar nei sogni vaghi e astratti?
E perché poi quell’anima meschina
Ha rapito la secchia? Oh che misfatti!
Di queste cose come un poliziotto
Seguo la traccia, per chi legge sotto.

Alessandro Tassoni

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