Ci sarebbe una cosa da raccontare che come si fa a non raccontarla se non come me l’hanno raccontata a me. In due parole: è successo che dio stava dormendo e pare che abbia sognato un uomo vestito di bianco, con la barba lunga e i sandali ai piedi, i sandali con i calzini bianchi come fanno i turisti tedeschi quando sono in vacanza, che nel sogno gli si è fatto avanti, a dio, piano piano, senza far rumore, e quando gli s’è fatto vicinissimo che l’ha appena sfiorato, con l’alito, dio non si sa com’è che s’è messo una paura profonda che gl’è venuto un infarto, e l’hanno spostato in terapia intensiva. E quest’uomo coi sandali e i calzini bianchi io lo conosco, e credo che lavori pure lui all’ospedale, infatti sta sempre giù col camice bianco e lo stetoscopio al collo, a fumare sigarette nell’atrio di ingresso, a timbrare cartellini su cartellini. Ma ‘spetta che non è finita qua ‘sta cosa dei sogni, che pare che anche il diavolo stesse dormendo in quegli istanti nei quali dio dormiva, e anche se è difficile essere in due sogni diversi, pure il diavolo l’aveva sognato all’uomo coi sandali e i calzini bianchi, che gli si faceva avanti, vicino vicino, ma lui invece, al contrario, non s’è messo paura, anzi gli ha fatto: Be’, allora, come è andata? E anche il diavolo io lo conosco, gran lavoratore, dicono di lui, che lui, invece, se non mi ricordo male, guida gli autobus. E io l’ho raccontata così come me l’hanno raccontata a me al bar dell’ospedale, stamattina, pari pari, mentre giravo lo zucchero nel mio caffè corretto. E io mo’ mi chiedo: dobbiamo mica preoccuparci?
[Francesco Marsibilio]