Opera no. 288
Quando ero piccolo e in televisione compariva Gino Paoli, col maglione a dolce vita da esistenzialista, il riporto in testa, gli occhiali scuri dalla montatura pesante e quella sua aria da menagramo, prima ancora che cominciasse a cantare una delle sue solite canzoni disperate, i miei famigliari dicevano: Oh Dio, chi gh’è!
Opera no. 289
Che aveva anche tentato il suicidio, Gino Paoli. Solo che la pallottola gli s’era fermata a pochi chilometri dal cuore e così lui s’era salvato.
[Learco Pignagnoli, «Altre opere complete», in Almanacco 2017. Mappe del tempo, memoria, archivi e futuro, Quodlibet 2017]