Senilità

Prefazione inedita a Senilità di Italo Svevo

Ho deciso di scrivere questo mio secondo romanzo, Senilità, per affrontare, una volta per tutte, il problema legato alle difficoltà di gestione della propria vita sentimentale interiore e l’inettitudine e l’inerzia che facilmente accompagnano la senilità. Certo, è un problema specificatamente femminile, però, è inutile negarlo, ha anche delle ricadute sulla psicologia e, in misura forse maggiore, sulla sessualità dei maschi. D’altra parte, ho appena conosciuto la psicanalisi del dott. Freud, e nonostante il mio scetticismo sulla validità terapeutica del metodo, non posso negare di esserne rimasto affascinato e influenzato. Il punto di partenza da cui si snoda tutta la trama del romanzo è la senilità come relazione, come contatto diretto e indiretto (ma più diretto che indiretto) con gli altri, un po’ come fosse, la senilità, la carta d’identità simbolica per presentarsi agli altri senza se e senza ma. Il problema fisico-psicologico maggiore è l’afflosciamento dei tessuti che si manifesta con lo svuotamento e la caduta dei tessuti stessi, dovuto principalmente all’età. Entrando nello specifico senile, la preferenza per tutti è la mammella cosiddetta a goccia, che se vista frontalmente appare tondeggiante mentre di lato sembra una goccia. A seguire sempre nella preferenza c’è il seno est-ovest, così chiamato perché i capezzoli sono divergenti tra loro. La senilità può diventare un problema legato alla sua stessa varietà. Infatti, racconto la leggenda di Maria Antonietta, il cui seno a quel tempo era stato preso a modello per creare una perfetta coppa di champagne; i seni a coppa di champagne sono tondi, sodi, pieni, armoniosi, sfiorano la perfezione. Un altro tipo, meno suggestivo ma piuttosto interessante è il seno a pera, quello della Monroe per intenderci. La caratteristica del seno-pera è la forma allungata con il capezzolo molto sporgente, di solito la mammella è meno piena e meno dura del coppa di champagne. Miei cari lettori, non voglio svelarvi in prefazione tutto l’incanto del romanzo, aggiungo però, per onestà intellettuale, che entro lo spettro della senilità ho scelto di parlarvi poi del seno-mela, un seno meno attraente di dimensioni variabili che vanno dalla quasi piattezza alla sesta, del flaccido, che ha grandi dimensioni e casca fino alla vita o anche sotto, del bocciolo, che è molto simile al pera ma di dimensioni decisamente inferiori, e dell’asimmetrico, che ha una mammella diversa dall’altra – una più su e l’altra più giù, una più grande e l’altra più piccola o varie combinazioni del genere. Nella lettura del romanzo sarete guidati dal sottile filo rosso della psicanalisi che si fa dramma quando affronterò il tema delle rifatte e delle maggiorate. Senilità, come dicevo all’inizio è il romanzo che mette in luce per la prima volta le difficoltà interiori nel gestire la propria vita senile, l’inettitudine e l’inerzia dell’umanità di fronte alla varietà dei seni. Ma ora non voglio aggiungere nient’altro, desidero solo lasciarvi soli a riflettere in chiave psicoanalitica e, per dirla col dott. Freud, sessuale sulla senilità.

Italo Svevo

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