Peppino Orlando, che fa il benzinaio, da quando ieri mattina ha starnutito forte non si è sentito bene. È cominciato tutto con un mal di testa, e s’è preso un’aspirina ma non è passato, poi ha avuto dolore ai reni, e s’è preso un oki ma non è passato. E poi dopo ha avuto anche quel dolore che non è molto lontano da un mal di denti, e cioè che il dolore è lì da qualche parte, a fitte alterne, c’è e non c’è allo stesso tempo, fa male solo quando non ci pensa ma quando ci va là col pensiero, nel punto in cui gli fa male, poi solo allora succede che il dolore se ne va. E lui ci ha messo delle gocce di novalgina, su tutti i molari, ma non è passato neppure quello, di dolore. E mo’ come se non bastasse gli è preso un malessere di tipo psicologico, che è pure giustificabile visto che gli è capitata una concatenazione di dolori improbabile. E quando ha finito col lavoro se n’è andato a casa. A casa Peppino ha acceso le luci, poi il riscaldamento e poi dopo la televisione e si è messo a cucinare le salsicce, e in televisione dicevano che le salsicce fanno venire il cancro proprio mentre lui ne masticava un boccone, allora lui ha spento il volume. Però ha cominciato ad aver caldo e allora ha spento il riscaldamento, e poi ha spento anche le luci, ché il mal di testa era ancora lì che pulsava, con tutti gli altri dolori assieme. Così Peppino è rimasto per un po’ al buio, soltanto con la luce irradiata dal televisore e col fumo delle salsicce tutt’intorno, e si è addormentato sul divano che ormai sa di benzina come lui. E prima di andare a letto, quando stava davanti allo specchio per lavare i denti, s’è accorto di avere una macchia nera in faccia, che a vederla meglio da vicino non era una macchia ma piuttosto un buco, grande quanto una serratura. E siccome Peppino ha pensato che glielo stava a fa’ la testa, che forse lui respirava troppa benzina, è andato a letto. Oggi al mattino Peppino s’è svegliato presto, ché attacca alla pompa di benzina quando fuori è ancora buio, quando di macchine ce ne son meno dei cani randagi. Sta ancora lì nel letto e si sente meglio, non ha tutti quei dolori di ieri. Accende le luci, poi il riscaldamento e poi pure la televisione. E in televisione si dice di qualcosa che fa male, come se non bastasse, ma stavolta la tiene accesa a far compagnia. Va in bagno per lavarsi la faccia e vede che il buco è ancora lì, nel mezzo della sua faccia, al posto del naso. E a quanto pare è cresciuto durante la notte, ora fa tutt’uno con la bocca, ma non è solo questo. Il problema è che è diventato profondo, e che a ben vederlo il buco gli attraversa tutta la testa. E proprio attraverso il buco riflesso nello specchio Peppino riesce a vedere cosa c’è appeso al muro dietro di lui. C’è un calendario di Padre Pio, e s’è accorto che il mese è quello sbagliato, così Peppino volta la pagina del calendario. E ci trova l’immagine delle stigmate sulle mani, che poi son buchi, e lui d’un tratto si pensa importante. Del suo buco, Peppino, pensa al miracolo.
Poi approfittando, già che ora c’è il modo che prima non aveva, Peppino si mette a pulire con lo spazzolino certi angolini fra le gengive che non sono mica facili da pulire, se non hai un buco in faccia che t’aiuta. Dopo s’aggiusta i capelli nel modo che più gli sembra appropriato per starci attorno. E l’attimo ancora dopo Peppino è ancora lì che si guarda vanitoso allo specchio, e si vede diverso dal solito. Quello lì riflesso gli sembra un altro uomo, uno tutto d’un pezzo, col profumo di benzina che non se ne va via, e che a certe donne però piace, con l’aria da duro di chi mangia le salsicce tutti i giorni, e non s’ammala mai. E anche se c’è ‘sto problema del buco in faccia, Peppino, siccome che lui non salta mai nemmeno un giorno alla benzina, si prepara per andare a lavoro. E la verità è pure che lui non si vergogna di avere un buco nella faccia, ché lui di buchi, per esempio nei calzini e nei maglioni, ne ha sempre tenuti, e non vede quindi dov’è il problema. E così conciato se ne esce.
[Francesco Marsibilio]