Oblomov

oblomovPrefazione inedita a Обло́мов

Voi non avete idea, attivi lettori, della fatica che costa scrivere. Uno si alza la mattina e al solo pensiero di prendere in mano la penna gli fanno male tutti i muscoli del corpo e una molla lo spinge a ficcarsi ancora sotto le coperte. Infaticabili lettori! Non potrete mai capire, quando uno scrittore si alza la mattina, quanto gli pesa nella testa la sola idea del foglio bianco, un foglio bianco tutto da riempire. E riempire di cosa? Ma di tutto, naturalmente! Di tutto? Non avete una piccola ideuzzina, stakanovisti lettori, dell’ammasso di aggeggi che popola il nostro mondo? Delle montagne di cose che vi aspettate di trovarvi belle stampate davanti? Ecco, queste sono tutte cose che mi mettono un sonno terribile. Al solo pensiero di tutto quello che ci sarebbe da scrivere, mi viene voglia di spegnere la luce e chiudere le imposte per tre settimane… Ma anche le imposte, gagliardi lettori, non sono sempre troppo lontane? Non è meglio piuttosto dedicarsi al cuscino, e chiamare un servo perché le chiuda lui al mio posto? Farò così. I servi servono a questo nella nostra madre Russia, e nel mondo. I servi servono… Già. I servi non sentono il peso, inestinguibili lettori, non sono soggetti a magniloquenti sbadigli, alle flautate sonnolenze di noi creatori di idee. Non sanno cosa sia la fatica del pensiero. Ve lo devo dire? Scrivere è una noia mortale. Questo romanzo, Oblomov, l’ho dettato a Ivan Ivanovič, il mio lustrascarpe, tra uno sbadiglio e l’altro. In realtà, inesausti lettori, devo ammettere che per metà dormivo in un dormiveglia perfetto, ma che importa? Ivan Ivanovič è un ingegno mordace, se anche io ho smesso di dettare questo romanzo, mettiamo, per cinquanta, cento, centocinquanta pagine, e mi sono addormentato, è poi così grave? Sicuramente Ivan Ivanovič ci ha messo tutte le parole che ci volevano, ci metto la mano sul fuoco. Mi fido, ciecamente, proprio. Possiamo dire che mi fido perché non ne ho voglia. Di cosa? Non ne ho voglia proprio di niente, agguerriti lettori… e voi, agguerriti lettori, si può sapere com’è che avete sempre tutta questa voglia di leggere?

Ivan Aleksandrovič Gončarov

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