Mi ricordo

Mi ricordo la prima volta che guardai la televisione. Lucille Ball prendeva lezioni di danza.

Mi ricordo il giorno in cui spararono a John Kennedy.

Mi ricordo che l’unica cosa che volevo per il mio compleanno era un vestito da sera di raso nero, di quelli che lasciano una spalla nuda. Me lo regalarono. E lo indossai alla festa.

Mi ricordo un sogno che ho fatto da poco, John Ashbery mi diceva che i quadri della mia fase Mondrian erano ancora più belli dei veri Mondrian.

Mi ricordo che sognavo spesso di volare (non in aereo).

Mi ricordo l’insegnante di bridge dei miei genitori. Era grassissima, molto mascolina (capelli corti) e fumava come un turco. Si vantava di non avere bisogno dei fiammiferi. Accendeva la sigaretta con quella precedente. Abitava in una casa minuscola dietro un ristorante e morì vecchissima.

Mi ricordo quando giocavo «al dottore» nella cabina armadio.

Mi ricordo di aver scritto «ODIO TED BERRIGAN» a lettere cubitali nere su tutta una parete bianca di casa mia.

Mi ricordo la notte nera in cui in un impeto teatrale di depressione lanciai gli occhiali nell’oceano dal traghetto di Staten Island.

[Joe Brainard, Mi ricordo, Lindau 2014]

Un commento

  1. Davide

    Mi ricordo la prima volta che ho scoperto che “Je me souviens” di George Perec aveva un precursore. E’ stato bruttissimo, come la prima volta in cui ho scoperto che “Giovanna D’Arco” di De André era solo la versione italiana di “Joan of Arc”, splendida canzone di un musicista canadese. La verità è che senza Perec e De André non avrei mai scoperto Brainard e Cohen.

    "Mi piace"

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