Dottor Gramsci! Professor Nietzsche! – andava urlando come fuori di senno – mi dicano loro se questo non è peccato mortale!
I due intellettuali non erano per nulla scandalizzati perché gli intellettuali fin da giovani li abituano a ben altro, il Friedrich gli ha anzi pazientemente spiegato perché l’oro è il sommo valore appunto perché è raro e inutile e lucente e risplende di uno splendore mite e inoltre è sempre generoso di sé – l’apprendista non ci ha capito niente e sosteneva che quel crucco lì doveva avere dei tentacoli nel cervello. Gramsci dal canto suo ha cominciato a parlare di sovrastrutture e altri arabeschi del genere, finché Dylan Thomas non gli ha tappato il naso e l’ha costretto a ingollare un bicchiere di whiskey irlandese invecchiato dieci anni – paga il contribuente cioè io.
[Gianfranco Mammi, La scellerata, Aracne Editrice 2014]