Pieride del biancospino

La Pieride del biancospino è un lepidottero (farfalla) inconfondibile dalla livrea bianca con nervature scure sia sul dorso che sul rovescio delle ali. Minuscolo veliero dell’aria, la definisce il poeta Francis Ponge. Ha un’apertura alare di 6-7 cm. A terra, in posizione di riposo, si pone generalmente con le ali a V in modo da favorire il passaggio del vento lateralmente e restare meglio in equilibrio.
Il dimorfismo sessuale è evidente: le nervature alari del maschio sono nere mentre quelle della femmina sono marroni, più delicate di quelle del maschio, infatti si sbriciolano facilmente a seguito di un eccessivo sfregamento amoroso; da qui l’espressione: «Mi hai rotto i marroni» che nel linguaggio scientifico degli zoologi indica l’irritazione delle femmine di fronte alle pressanti avances del maschio. Gli adulti si osservano spesso raggruppati in gran numero sul terreno umido per dissetarsi; alcuni di loro bevono troppo e diventano dei «farfalloni» assumendo un carattere fatuo e incostante.
Diffusa in Italia, ma non in Sardegna da dove si è ritirata poiché i sardi, gente ferma e testarda, non amano troppo gli sfarfallamenti, la Pieride del biancospino vive in zone tra il livello del mare e i 2000 metri di quota; oltre i 2000 metri le si bloccano le ali e a quel punto sono cazzi amari poter riprendere il volo. E’ comune soprattutto in collina, nei prati fioriti e nei frutteti, dove svolazza e scacazza liberamente, senza sosta. Gli adulti di solito volano tra maggio e luglio; per tutto il resto dell’anno si girano gli apici delle ali, annoiati.

Paolo Albani

[La foto è di: GIOVANNI ZAFFAGNINI, Sbarre a sollevamento manuale con contrappeso, Codigoro 1989]

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