Mantide religiosa

La mantide religiosa è una specie assai diffusa nelle regioni a clima caldo e in particolare nelle zone in cui abbondano piccoli vertebrati come lucertole e ranocchi, di cui spesso si nutre. Durante l’accoppiamento, o subito dopo, la femmina integra la propria dieta con un pasto aggiuntivo, ricco di proteine, a base di mantide maschio.
Del quale divora anzitutto la testa, passando poi all’addome così da lasciare agli organi genitali il tempo necessario per compiere il proprio dovere. Grazie al notevole apporto proteico, che distribuisce in tutto il corpo per mezzo di un nastro collocato sul dorso, la femmina deposita fino a 200 uova.
La mantide raggiunge lo stadio post embrionale in maggio/giugno mentre la metamorfosi si completa ad agosto. Il suo sviluppo è rapido e traumatico. Capita spesso, infatti, che appena fuori dall’uovo veda la propria madre banchettare con la testa del padre (motivo per cui assume la tipica posa a mani giunte). A causa dello shock rielabora la figura materna in un simbolo negativo dell’istinto.
Perciò sin dalla nascita la mantide sviluppa il “complesso materno negativo” che, nelle femmine, evolve in ipertrofia dell’eros. Da ciò il desiderio di una relazione incestuosa col padre e il bisogno di distruggere la madre e sostituirsi ad essa. Una volta matura, la mantide religiosa femmina è vittima della coazione a ripetere gli stessi schemi di comportamento: divora una vittima che, al tempo stesso, è padre e madre. Eros e thanatos.

Mauro Orletti

[La foto è di: GIOVANNI ZAFFAGNINI, Nastro trasportatore, Comacchio 1988]

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