Il calabrone, per la stazza cospicua, viene paragonato da alcuni studiosi al canadair, mentre nell’immaginario popolare viene più spesso associato, per forma e movimento, all’elicottero. In realtà non si può negare che il calabrone voli per mezzo di organi molto più simili a delle ali che non a delle eliche, perciò gli studiosi hanno ragione e l’immaginario popolare ha torto.
Le uova del calabrone sono particolarmente succulente e ricche di proteine; questa particolarità ha spinto parecchi ricercatori universitari a ipotizzzare che, a causa della crescente scarsità di risorse alimentari, entro la fine del secolo la popolazione europea si ciberà più che altro di uova di calabrone o di suoi derivati. Anche il calabrone adulto, una volta impanato e fritto, non è affatto da disprezzare, ma ha una resa calorica assai minore.
In base alle suddette considerazioni è assolutamente indispensabile rispettare e proteggere fin da ora il calabrone e il suo ecosistema, e magari cominciare a incrociare le razze più interessanti dal punto di vista della produzione ovaiola.
Gianfranco Mammi
[La foto è di: GIOVANNI ZAFFAGNINI, Motocoltivatore a petrolio, Masiera di Bagnacavllo 2006]