E una volta andando noi a camminare incontriamo grande massa di popolo intorno a oratore su un podio che pronunciava cose incomprensibili ma a quanto mi sembra di politica. Siccome non manca di parlantina filosofica. Io non volevo restare per paura di scompigli che arrivassero e invece Mantovani ha voluto plaudendo scatenatamente con urlo: “Abbasso il governo!” Un signore molto corto e vicino a noi lo interloquisce “Socialista?” e io da dietro le spalle dello sciacquino facevo di sì magari costui fosse funzionario poliziesco ad arrestare. Per contrario quello allora gli picchiava pacchetta sul braccio confessandosi anche lui della stessa idea. Ma gli spiega l’oratore era pro mica contro il governo dunque per loro non applaudibile. Mantovani ha detto: “Mi sono sbagliato”. E l’altro ridendo con fare un po’ buffo: “Lo facciamo star zitto?” Mantovani: “Come si fa?” Il corto signore: “Stia a vedere”. Perché aggiunge in gran segreto egli era ventriloquo capace di fare scherzetti al pubblico con voci non sue. Difatti si è poi verificato quando l’oratore diceva poniamo dopo tante svariate cose: “Nel rispetto di tutte le opinioni”. Da un astante di prima fila esce la voce: “tu ci rompi i coglioni!” E quando l’oratore poi diceva: “Noi confidiamo nella brava gente”. Da un altro astante esce: “Ce li rompi ugualmente!” E al ventriloquo gli veniva anche un bel po’ da ridere assieme al Mantovani che si scorpacciavano dalla gioia come se fossero in bibita. L’oratore voleva proseguire con le parole: “Perché abbiamo in noi la speranza”. Voce da un astante: “Ce li hai rotti abbastanza!” E l’oratore accalorato: “La speranza ci ha sorretto finora”. E la voce: “Ce li rompi da un’ora!” Che alla fine si è sviluppata una confusione di pensiero generale non capendosi più chi voleva l’oratore lasciato parlare e chi lo volesse zitto. E quello dal podio abbastanza furibondo accusava allora: “Ci sono agenti provocatori”. E: “Nemici della libertà!” A un astante gli usciva subito: “Ce li hai rotti a volontà”. Cosa che poi muoveva presto l’assemblea ad essere sciolta per impertinenza del pubblico tutti scompisciandosi come matti a quelle risposte delle voci mandate. Il ventriloquo con noi si vantava: “Io sono professionista”. E Mantovani: “Mi congratulo molto”. Poi mostrava che era suo grande amico ponendogli braccio sulle spalle e disvelandogli anche la politica giusta che si dovesse fare per mettere giù il governo. Con sequela di parole mai udite e fantastiche emesse dallo sciacquino però che l’altro gli piacevano. Tant’è risponde sempre il corto ventriloquo: “Esatto!” E giù Mantovani strampellerie spaventevoli per dare impressione essere andato a scuola come non è. Il ventriloquo sempre applaudendo alla fine ha detto: “Abbiamo esatto la stessa visuale”. Mantovani in risata: “Noi siamo socialisti!” E l’altro: “Esatto!” Allora a questo punto lo sciacquino ha richiesto: “Mi impresta dei soldi?” Richiesta però si vede che non era di suo genio a quel signore anche tra compagni politici. E per risposta lui si fa uscire dal taschino la seguente voce: “Sono vuoto”. E dalla tasca destra: “Sono secca”. E da quella sinistra: “Sono sgombra”. E dalla bocca del corto ventriloquo invece usciva una bella risata su di noi miserabili. Per cui prendevamo il largo alquanto delusi da quello che non aveva aderito ad aiutarci pur essendo della stessa idea di Mantovani come visuale. E questo io gli ho rinfacciato allo sciacquino sembrandomi una idea un po’ da poco. Oltre che poi non mi piacciono le assemblee di tanta gente perché facili a fare prendere botte. Mantovani mi ha detto: “Te Danci non capisci niente di politica”.
[Gianni Celati, Le avventure di Guizzardi, Einaudi 1975]