Conosco un altro signore in treno. E’ salito a Terontola con sei giornali sotto il braccio. Comincia a leggere. Legge la prima pagina del primo giornale, la prima pagina del secondo giornale, la prima pagina del terzo giornale, e così via fino al sesto.
Poi passa a leggere la seconda pagina del primo giornale, la seconda pagina del secondo giornale, la seconda pagina del terzo giornale, e avanti così.
Poi attacca la terza pagina del primo giornale, la terza pagina del secondo, con metodo e diligenza, prendendo ogni tanto qualche appunto sui polsini della camicia.
A un tratto mi coglie un pensiero spaventoso: – Se tutti i giornali hanno le stesso numero di pagine, va bene; ma che cosa succederà se un giornale ha sedici pagine, un altro ventiquattro, un altro soltanto otto? Vedendo fallire il suo metodo, che cosa farà quel povero signore?
Per fortuna scende a Orte e io non faccio in tempo ad assistere alla tragedia.
[Gianni Rodari, Novelle fatte a macchina, Einaudi 1980]