Lavorava per Senta Leo l’ebreo
ma contava meno della cagnetta
di nome Susetta,
una cosa davvero abietta
come Senta trattava
questo timido ometto
ridendo, dicendo agli astanti
sfottendo celiando
carezzandogli il mento:
“Leuccio è il mio protetto!”
In gioventù erano stati amanti
sti due girando la Papuaniughini
ho visto una foto di lei in bikini
durante un viaggio
tutta ossa costole e sorriso
seduta impudente sulla spiaggia
davanti al cazzo teso
d’un piccolo selvaggio
mentre Leo goffo e indeciso
le sventolava in faccia
la coda d’un uccello del Paradiso
Il povero Leo abitava
una delle case di Senta
a Paddington Street
dove anche lavorava
di giorno vendendo per lei
roba primitiva
mentre di notte dormiva
in una mansardina sul tetto
dove a malapena ci stava un letto
una specie di schiavetto insomma
una innocua matassina di gomma
che Senta faceva rimbalzare
a suo piacimento sul pavimento
con disgustoso sadico
e vergognoso divertimento
Poi a Leo che fumava
come una ciminiera
venne il cancro ai polmoni
e una sera
finì per vomitare sangue
su una mazza cerimoniale
del popolo Wosera
subito ricoverato all’ospedale
due giorni dopo è crepato
solo impaurito e abbandonato
come il docile animale
ch’è sempre stato.