All’Italia

Oh qual ti veggio formosissima
donna! Io chiedo al cielo e al mondo:
dite dite chi la ridusse a tale?
Il telegiornale del primo canale
in prima serata per giunta
celebra la faccia compunta
di suor Caterina
anziana lesbica baffuta
di Como o di Ostuni Marina
forse di Lecco o di Salaparuta
una vecchia beghina
innamorata del cadavere
d’una signorina
morta diciassette anni prima
Il ministro della Polizia
ahi povera Italia mia
un baluba della val Brembana
madido e tronfio come una rana
dice che non dorme la notte
pensando alle puttane
ai clandestini che arrivano
dal mare
ai marocchini che non sa bene
ancora come sterminare
Il Premier invece
furfante patentato
truccato da vecchio commediante
sorride e rassicura: niente paura
soltanto propaganda amici
la crisi in Italia non esiste
andate pure alla Standa
prendete la bici
andate a sciare
andate dove vi pare
ma lasciatemi governare!
Perché tanti tipi strani
dolce Italia mia
tra i tuoi rappresentanti?
Ruffiani, ladri, intriganti
opportunisti, baggiani,
nipoti di preti, scalzacani,
sorci vecchi e nuovi venuti
bricolo lupi gasparri bonaiuti…
Dove si son cacciati
mi chiedo
i tuoi figli indomiti
intelligenti e provvidi
e le tue figlie impavide
le mille menti intrepide
dei tuoi Rinascimenti?
Sebben lontano
cosi pur io ti piango
Italia amore mio
vedendo misto a fango
il tuo bel viso amato
di lacrime rigato…
Ma dimmi adorato foco
come cadesti e quando
da tanta altezza in cosi basso loco?
Ma chi, dimmelo un poco
tra i tuoi figli incestuosi
chi più ha violato i tuoi virtuosi
affetti, chi il malnato,
lo sciagurato retore,
il fascista, il demagogo,
il sofista snaturato…
Alzò a quel punto un dito
e un nome pronunciò
da me soltanto udito!

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