Bisogna imparare ad abitare il tempo, diceva il mio proff oggi a lezione… abitare il tempo! così pare (lui dice) che noi, povera gioventù smozzicata e triturata, non siamo proprio in grado di abitare questo benedetto tempo… no non siamo proprio in grado. Noi giovani consumistici insostenibili (e dai giù di aggettivi torcilingua) ce ne freghiamo della magnifica potenza dell’abitare.
Figurarsi se il concetto di TEMPO possa mai entrarci negli interstizi preponderali della metempsicosi torcilinguistica… (eeeeeee già parole sagge e grosse).
Perché noi giovani (lui dice) siamo cresciuti a scarti… scarti di robe inaggiustabili, di vestiti demodé, di gusti correnti… scarti di latte, cartoni, tv e quant’altro.
Perché il mio proff invece, se lo ricorda bene (lui dice) quando ai suoi tempi, alle camice rovinate venivano sostituiti colletto e polsini!! E i cappotti, se si consumavano, venivan ribaltati et voilà: look tutto nuovo!! Mica come oggi! che se la camicia non è del colore giusto, tempo tre mesi, vien buttata via… eeeeeh già, mica come ora!!! che se la moda del cappotto ha deciso di durare solo due settimane, si getta via tutto!!!
Perché il mio proff ai suoi tempi invece, se lo ricorda bene: ci pensava su due volte prima scartar le cose. Perché poi tutta ‘sta roba costava soldi e fatica, da ricomprare! E soprattutto costava del tempo a doverla rifare… E poi ancora a doverla raccattare e riutilizzare.
Allora io, ad un tratto, gli ho chiesto a quel mio: proff …oh proff!! ma lei sa quanto costa ‘sta gonna che porto?
– Non ne ho idea o mia bella giuovinciella (lui dice) –
be’ diciamo che costa 10 minuti: il tempo di andare all’Auchan, misurare, approvare e tornare!!
E ancora: profff … ooh profff ma lei sa quanto tempo ci vuole per fare la gonna che indosso? – Non ne ho idea o mia bella signiuorinella (lui dice) –
be’ diciamo che ci vogliono 2 euri di tempo. Ovvero: un euro per 2 cinesi a tambur battente e un euro per un tessuto scadente.
Ma il vecchio proff non mi ascoltava e proseguiva a ruota-libera: no perché abitare il tempo, oggi, non è cosa da molti! per abitarlo bene, bisogna essere grandi strateghi di consumi. Vuol dire sapersi fare i conti in tasca e noi giovani, questi conti, non tanto li facciam quadrare.
Ma profff – gli dicevo io – a me, da giovane, mi sembra che ‘sti conti qui sian proprio una gran circonferenza!! Allora proff, dall’alto della sua illuminoscienza, mi sa spiegare bene com’è la storia della quadratura del cerchio? Perché qui, noi giovani, si dice che dovremmo lavorare per pagare le vostre gran pensioni e il vostro gran debito pubblico. E così dovranno fare i nostri figli per noi! Allora, mi dica signor proff, non è proprio un bel cerchio in tondo? Ma il proff, orecchie da mercante, ancora non afferrava e andava oltre con la sua tiritera: no perché voi giovani non avete neanche più il senso dell’abitare il tempo, nell’uso delle parole!!! (e ora cosa c’entra? dico io).
E continuava… che ne sapete VOI dei prolegomeni della batracomiomachia, della naumachia, della idiosincrasia!!! ( e te dai co’ ‘ste sagge parolone!!) che ne sapete VOI , che con ‘sti due pulsantini sui cellulari, vi dite di tutto: c si vede x le 4 all’uni cmq tvttb. Cià…
E che ne sapete dell’abitare il tempo se non riuscite a dedicare nemmeno due secondi ad una semplice telefonata? Allora io a ‘sto punto nun ce la fò più… mi alzo mi metto in piedi sul banco e attacco: proff, oh proff… si vabè che noi ci smozzichiamo tutte le paroline che è una bellezza, vabè che ci smangiucchiamo tutte le unghiette che è una schifezza, vabè che ci scappottiamo e scamiciamo ogni due minuti che è una smodatezza, ma oh proffsss!!! a me sembra che il suo abitare il tempo sia un po’ antiquato. Anzi ve’, sa che le dico, glielo dico come fa lei: no perchè voi rinomati signiuori di una ciuertuna età, sciuenziati di talento e, soprattutto, grandi estimatori del tempo, che va abitato con la consapevolezza che solo a pochi eletti è data… a voi, rinomati approssimatori dei gerghi complicati… a voi dico, con la grazia che vi è dovuta: non lasciuate sciuivolar via gli ultimi istanti istanti della vostra vita dietro impreziuose e perniciuose lamentele; bensì lasciuate a noi giuovani imperiosi di talento, la durata del nostro tempo. Lasciuate giudicare a noi la relatività della contemporaneità. Lasciuateci dire che in tutto questo gran discorrere le paruole le fa ruotolare via il vento.
Lei rinomato signiuore di una ciuertuna età, mi faccia capire: lei crede seriamente che siamo noi ad abitare il tempo?
Ma guardi le dico chiuaramente che inevitabilmente si sbagliua. E’ il tempo che abita noi.
Ma il vecchio proff intanto, che dal mio salire sui banchi si aspettava una scena del tipo “oh capitano, mio capitano!” vedendomi inkazzata nera, prima di andar via mi mostrò il suo graziuoso deretano.
Complimenti per l’articolo. Molto interessante e con una bella vena surreale. Ne avessi conosciuti io di prof così…
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