…RAPPRESENTA UNA DONNA NUDA IN ATTEGGIAMENTO LASCIVO CHE CAVALCA UN ELEFANTE
Leggeva Bukowsky seduto lì… ebbene sì!! leggeva Bukowsky e le sue porcate come se stesse leggendo Gianni Rodari. Come se rutti e sbornie gli rendessero quel momento una favola. A lui di certo la vita va bene, non c’è che dire, e le sbronze e le botte sono solo lì, sui libri. Confezionate e pubblicate per te. Tutto qui.
Ma lui divorava tutto, aveva il terrore che tutto marcisse all’improvviso. Credeva che anche i libri avessero una scadenza, tant’è che ci metteva su la data quando finiva di leggerli. Come se questa potesse aiutare a capirne la fine. Come per dire “Ecco, tutto qui. Questo libro l’ho letto anch’io” e ci metteva anche la firma ve lo giuro!! Se lo autografava per esserne proprio sicuro! L’ho letto io e in questo preciso giorno l’ho finito.
Ma finito cosa, in fondo, neanche lui lo sapeva. Sapeva solo che ora doveva ricominciare da capo. Sarebbe dovuto tornare in libreria, avrebbe dovuto prenderne un altro, controllare che non costasse troppo, leggere un pezzettino di prefazione, leggerne il commento e la critica… e già signori miei la critica! Come si può comprare un libro mal criticato?! Sarebbe scomodo ed inconveniente esporlo nella libreria di casa al cospetto degli amici!! E firmarlo poi! e datarlo! Be’, questo mai!!
Perché la critica, signori miei, crea l’arte, le lotte, la storia, le botte e le risposte e così sia… La critica genera giudizi – distingue – giudica – analizza – sminuzza – traduce – illumina – guida –esamina – valuta – disapprova – attacca – accusa – opinionizza – cicatrizza – cicaleggia – e blablabla.
La critica. E pensare che c’ha pure una cronistoria messa su, la critica. Non c’è che dire. Proprio una bella parolina da sviscerare, smontare e rimontare.
Ma a me questa parolina rimane proprio indigesta. Direi quasi: “mastica e sputa da un lato la critica mastica e ingoia dall’altro lato l’arte” ( e che faber non se ne abbia a male per i miei sproloqui).
Be’ è naturale che di tutto questo si discutesse animatamente con lui. Non pretenderete mica che una persona retta e corretta, affiliata al clan del tutti in fila possa pensarla così? e no! e no di certo. Bisogna sempre metter dei paletti. Che poi inevitabilmente questi bene/male-detti paletti diventavano delle palizzate enormi. Paletti del tipo: be’ cara mia, ma come si può mai leggere un libro senza prima averne letto la prefazione? E come puoi concluderlo senza mai averne letto la post fazione? E come puoi avere un giudizio completo se non conosci il parere della critica a riguardo?
Il tutti in fila bell’e buono, insomma, non c’è che dire. Prefazione-testo-postfazione-critica… affilati no?
Perché una come me che salta tutto, invece… perché una come me che quando entra in libreria per prima cosa legge le prime righe del romanzo… perché una come me che alle mostre non legge mai il commento affianco al quadro… perché una come me che non sente il bisogno di sentirsi dire: “l’opera in questione rappresenta una donna nuda in atteggiamento lascivo che cavalca un elefante”… perché una come me nel sentirsi dir questo si sente presa per deficiente, se non per cieca… Perché una come me pecca di superficialità e presunzione. Perché compra i libri d’arte e ne guarda solo le immagini, perché compra i romanzi e legge solo l’opera, perché compra dischi e ascolta solo la musica…
Perché un’ignorante come me in fin dei conti non se ne fa nulla di tutto questo criticume, masticume e marciume.
Perché una come me della vita di Bukowsky ne sa poco o nulla e se ne frega. Perché una come me delle date se ne sbatte. Perché sono l’anti-storia, l’anti-sport, l’anti–chiesa, l’anti-tv, l’anti–critica, l’anti. Punto.
Anti… anti… Questa sì… questa sì che è una parolina che proprio mi va a genio!!mica riesci a metterla in fila, no?
[Jessica Lagatta]