Berlinguer ci vuole bene

A me il calcio mi fa schifo. Pure a Dario il calcio gli fa schifo. Ci piacciono altri sport. A Dario per esempio gli piace il ciclismo. Anche a Fabio. Infatti c’hanno tutti e due una bicicletta da corsa. Quando comincia il Giro d’Italia rimettono a nuovo la bicicletta e pedalano tutti i giorni intorno al televisore della cucina. Io invece preferisco i motori. Però, se devo dire che Ciclismo e Formula 1 sono più puliti del calcio, faccio un po’ fatica. Pensando agli ultimi eventi faccio fatica a trovare qualcosa di pulito in Italia.
Ho idea che fra non molto coltiverò una sola passione sportiva, le bocce. Sono stanco dei giovani, dei giovani sportivi, giovani scrittori, giovani intellettuali, giovani politici, giovani rampanti, giovani calciatori, giovani promesse, giovani marmotte, giovani attori, giovani registi, giovani ideali, giovani di sinistra, errori giovanili. Sono stanco di sentirmi dire che l’ortodossia ideologica dei nostri nonni, padri, amici la dobbiamo gettare a mare, che oggi la sinistra è un’altra cosa, finalmente sgravata dal peso del fondamentalismo marxista.
Quello che so è che dieci anni fa i ragazzi di sinistra li riconoscevo. I ragazzi di sinistra vestivano in un certo modo, parlavano in un certo modo, pensavano in un certo modo, leggevano e scrivevano in un certo modo. Non erano migliori, ma se gli chiedevi di Gramsci, Togliatti o Berlinguer, del vecchio partito socialista, del comitato di liberazione nazionale, del piano quinquennale, della linea gotica, se gli chiedevi del compagno Molotov o del Komintern, del socialismo all’emiliana, sapevano tutto.
Se oggi lo chiedi al giovane di sinistra cos’è un piano quinquennale: di che cazzo parli? ti dice. Se gli chiedi chi era Occhetto, se glielo chiedi: chi cazzo hai detto? ti dice il giovane di sinistra. Anche se vive alla Bolognina, sa poco o nulla del Segretario. E’ così. Bisogna rassegnarsi.
Io gliel’ho chiesto ad una giovane ventenne di sinistra, gliel’ho chiesto e mi ha risposto di che cazzo parli? chi cazzo hai detto? che cazzo vuoi?! E poi mi ha anche detto che faccio dei discorsi da vecchio, che il comunismo è un’utopia, che la sinistra vera è una sinistra progressista e riformista (ma non mi ha detto in che senso), che poi dopo andava a ballare al Kinki, che Bertinotti è ridicolo, che se Berlusconi ha governato per cinque anni è colpa sua, insomma tutte cose interessanti e molto molto originali.
Io comunque volevo solo farle capire che non c’era tanta differenza fra lei e qualunque altra giovane ventenne non votante o addirittura cidiellina. Ma ovviamente non ci sono riuscito. Mentre lei è riuscita a farmi sentire molto vecchio. Molto inadeguato. Molto utopista. Molto giocatore di bocce.
Così la sera a casa, mentre guardo le Invasioni Barbariche e sento Veltroni che dice che lui non è mai stato un comunista e che aveva la tessera del partito perché gli piaceva Berlinguer, come Dario potrebbe dirvi che c’ha il televisore in casa perché gli piace il ciclismo, mi convinco che devo assolutamente cercare un centro sociale per anziani e andare lì a passare il tempo libero, a giocare a bocce. Un centro sociale come il centro sociale Pallone di Bologna, dove c’è gente che potrebbe tenere conferenze a Mosca sul modello sociale emiliano e che però, inspiegabilmente, ha ancora fiducia nei giovani.
La rivista dell’ANCESCAO “Anziani e società” ha pubblicato un articolo su una lettura che abbiamo fatto a Bologna quest’inverno. E qualche giorno fa ha organizzato una piccola intervista. La signora Gabriella faceva le domande, Dario ed io rispondevamo. Ogni tanto. Perché certe volte non sapevamo che dire. In ogni caso è stata una chiacchierata molto interessante. Almeno per noi.
Sicuramente più interessante dell’intervista della Bignardi a Veltroni: un signore di sinistra che piace moltissimo ai giovani di sinistra. Ma non così bella come l’intervista successiva a Roberto Saviano. Come abbiano fatto La7 e la Bignardi ad arrivare dalle parti di Roberto e del suo libro, quale mente illuminata li abbia guidati, quale miracolo si sia compiuto, non è dato sapere. Basti dire che il libro si chiama Gomorra e che l’ha pubblicato la Mondadori perché, come ha giustamente detto la conduttrice, è un libro straordinario.
Roberto Saviano l’ho conosciuto a Caserta, quando con Spartaco e Marcello abbiamo fatto una lettura a San Leucio. Benché Roberto sia un amico di Spartaco la sua presenza ad una nostra nostra lettura mi aveva fatto venire qualche dubbio. Ascoltarlo poi in televisione ha rafforzato i miei sospetti. Il suo libro ha trasformato tutti gli indizi in una prova. Quando ha detto di avere quasi 27 anni mentiva. Ne ha più di 82 ed è un grande giocatore di bocce.

[Mauro Orletti]

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