Le arachidi di Learco Ferrari

All’Einaudi di Bologna, piccolo spazio – poche persone, Paolo Nori legge brani tratti dalla saga di Learco Ferrari. Arrivo in ritardo. Un secondo dopo la conclusione del reading. Arrivo che il pubblico è già passato a noccioline e prosecco. Arrivo trafelato, sudato, imbarazzato e anche un po’ molto incazzato.
Nell’attesa che due affezionati lettori, grandi estimatori, profondi conoscitori dell’opera di Nori schiodino e lo lascino libero di respirare, esco a fumare una sigaretta. Intanto controllo: niente, sempre lì a blaterare. Ora lui, Nori, più che infastidito, è forse sorpreso. Si dimostra disponibilissimo. Chiacchiera, risponde, prendo tutti molto sul serio. Pure me prende sul serio, che – a un certo punto – vengo trascinato da un’amica fino allo scrittore.
Presentazioni.
Piacere Paolo.
Lui è Mauro, un tuo affezionato lettore.
Grazie… spero ti sia piaciuto…
A dire il vero è appena arrivato. Ha fatto tardi…
Eccetera.
La mia amica e Paolo Nori parlano ed io resto un po’ in disparte a sudare. Cinque minuti e parlo anch’io. Sudo e parlo.
Anche se non ho ascoltato un solo rigo della lettura, che posso dire? mi sembra uno dei migliori reading ai quali abbia mai partecipato. Quasi che il libro sia solo un pretesto. Io l’ho letto, lui l’ha scritto… che altro bisogna fare? Niente, che vuoi fare!? Resti lì a parlare di altro. E a sudare.
La mia amica, che non ha mai letto un libro di Nori, dopo che lui è andato via mi fa: proprio bravo questo scrittore. Voglio assolutamente leggere un suo libro. Cos’è che ha scritto?

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