Subito dopo la morte di Garibaldi i bolognesi si attivano per dedicargli un monumento celebrativo. Dopo 18 anni la statua è pronta e bisogna inaugurarla. Più che altro bisogna decidere dove piazzarla. All’inizio viene proposta pizza XX settembre, poi il parco della Montagnola, poi piazza San Domenico. Una volta è la giuria a dare parere negativo, una volta lo scultore Arnaldo Zocchi, una volta i frati domenicani che, com’è facile immaginare, non vogliono un mangiapreti nella loro piazza. La discussione sembra non approdare a nulla. Lo stallo è un buono spunto per il commediografo Alfredo Testoni che scrive un testo dal titolo “In dov s’mett Garibaldi?” in cui un certo Pirein, presidente del comitato per il collocamento del monumento, beve fino a ubriacarsi e poi, mentre dorme, fa un sogno strano. Vittorio Emanuele II, il Nettuno, papa Gregorio XIII, Ugo Bassi e Luigi Galvani scendono dai loro piedistalli e cominciano anche loro a discutere del problema: in dov s’mett Garibaldi? Alla fine è Ugo Bassi a risolvere il problema. Cede il proprio posto, in via dell’Indipendenza, all’eroe dei due mondi. La commedia va in scena per la prima volta il 17 marzo 1900. Per inciso, l’8 luglio il monumento a Garibaldi viene davvero collocato in via dell’Indipendenza al posto di quello dedicato a Ugo Bassi.
