L’altro giorno c’è stato il medico competente. Quando c’è il medico competente in azienda c’è sempre fila davanti alla porta dove fa le visite, soprattutto prima della bella stagione. Per intenderci, in parecchi l’anno scorso ci siamo anche iscritti a un corso di recitazione per meglio giocarci una carta davanti al medico, ma c’è poco da fare con il dottor Schifandro, ché lui altroché se è competente, e capisce subito se vuoi fregarlo o meno.
Prima di me c’era Sabatino di Domenico nella stanza col dottore, che si giocava la sua chance con un certo fare esperto da maestro della truffa. E di fatti Sabatino riportava la sua situazione psicofisica più o meno in questi termini.
Sono due mesi che dormo male, dottore, e il dormire male mi porta ad avere mal di schiena che poi a tradimento m’arriva un mal di testa che dopo mi viene difficile concentrarmi, e il non riuscirmi a concentrare mi richiede uno sforzo talmente impegnativo che mi viene un mal di testa che porco cane si tira appresso anche un mal di schiena, che allora mi fa dormire poco, quasi niente, che mi è venuto anche un mal di vivere da due mesi a questa parte, dottore, che passo il tempo a maledire la mia esistenza. Poi il problema è che mi è venuto anche un discreto malessere qua nel petto che vacca la miseria mi preme e mi credo che a un certo punto possa anche arrivarmi un colpo al cuore, che dopo come si fa a distinguere quel male in particolare da quello che mi prende al fegato, che a dolore, dottore, dà fastidio anche più, in confronto al male al petto.
Al che, mi creda, io ci provo, e mi dico: Sabatino! Prova a riposare, prova a dormire! Ma no, non ci riesco, di dormire, visto che il mal di schiena mi tormenta e non c’è verso di trovare una posizione comoda; allora a lavoro: Siediti Sabatino! e mi ripeto: Concentrarsi! Ma di concentrarmi porco mondo ladro dopo niente, neppure per scherzo ci riesco.
E in questo stato di sofferenza non vuole che mi si incartino i pensieri? Che a furia di pensarci ecco che il mal di testa fa tutto un suo percorso, s’insinua in una crepa poi corre lungo la spina dorsale, e mi tartassa senza tregua, anche adesso, mentre parlo, ecco, sento male qui… e qui.
E dottore, due mesi due così, si va avanti come sotto scacco, un’angustia dopo l’altra.
E l’altro ieri stavo quasi per spararmi una rivoltellata alla tempia, ma la pistola dove l’ho messa dove non l’ho messa, qui non ce l’ho più, forse che non ce l’ho mai avuta, una pistola? Può anche essere. Ho anche chiamato la filippina che mi fa le pulizie per sapere se l’avesse spostata, ma è come caduta dalle nuvole, non ne sapeva niente, c’è rimasta male, poveretta, e ha detto che non viene più.
E allora vieni a lavorare, Sabatino, che il lavoro fa bene… sì, bisogna lavorare… ma voglia poca, dottore, niente… troppa sofferenza… restare a casa, sì, posso… almeno di maledire ci riesco.
E qualche secondo dopo Sabatino è uscito dalla stanza del dottore da vincitore, nella mano si teneva stretto un foglietto intestato e un sorriso lungo quanto una stagione in riviera passata a respirare iodio dal mare.
Ma la verità è che fin da subito c’era da avere pochi dubbi su chi l’avrebbe spuntata fra i due titani, perché va bene il dottor Schifandro, medico competente dell’azienda, ma Sabatino, Sabatino di Domenico è un’altra cosa.