Da dove viene l’eterna corrente?

Gli orologi andranno anche a velocità diverse in montagne in pianura, ma in fondo è questo che ci interessa del tempo? L’acqua di un fiume scorre lentamente accanto alle rive e rapida al centro, ma è sempre un fluire… Il tempo non è comunque qualcosa che scorre tutto dal passato al futuro? Lasciamo perdere la puntigliosa misura di quanto tempo passa, su cui mi sono arrovellato nel precedente capitolo: i numeri per misurare il tempo. C’è un aspetto più essenziale: il suo scorrere, il fluire, l’eterna corrente della prima delle Elegie duinesi di Rilke:

L’eterna corrente // trascina sempre con sé tutte le epoche // attraverso entrambi i regni // e in entrambi le sovrasta.

Passato e futuro sono diversi. Cause precedono effetti. Il dolore segue la ferita, non la anticipa. Il bicchiere si rompe in mille pezzi e i mille pezzi non riformano il bicchiere. Il passato non possiamo cambiarlo; possiamo avere rimpianti, rimorsi, ricordi di felicità. Il futuro invece è incertezza, desiderio, inquietudine, spazio aperto, forse destino. Possiamo viverlo, sceglierlo, perché ancora non è; tutto vi è possibile… Il tempo non è una linea con due direzioni eguali: è una freccia con estremità diverse.

E’ questo che ci sta a cuore del tempo, più che la velocità a cui passa. E’ questo il cuore del tempo. Questo scivolare che sentiamo bruciare sulla pelle, nell’ansia del futuro, nel mistero della memoria; qui si nasconde il segreto del tempo: il senso di quello che intendiamo, quando pensiamo il tempo. Cos’è questo fluire? Dov’è annidato nella grammatica del mondo? Cosa distingue il passato, e il suo essere stato, dal futuro, e il suo non essere ancora stato, fra le pieghe del meccanismo del mondo? Perché il passato è così diverso dal futuro?

La fisica del XIX e XX secolo si è scontrata con queste domande ed è incappata in qualcosa di inaspettato e sconcertante, assai più del fatto, in fondo marginale, che il tempo passi a velocità diverse in luoghi diverse. La differenza fra passato e futuro – fra causa ed effetto, fra memoria e speranza, fra rimorso e intenzione – nelle leggi elementari che descrivono i meccanismi del mondo non c’è.

[Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Adelphi 2017]

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