«Ed ecco che appare un testo siffatto, in cui è la Storia con la maiuscola a essere riscritta, non vane chiacchiere da bar. E se la Storia è riscritta, di solito lo si fa con altri errori, giacché l’errore vivifica, risveglia dal sogno realizzato sulla terra, è solo dall’errore che emerge il carattere allucinatorio del mondo.
Chi, come me, ha frequentato l’università se sentiva il bisogno di errare (per fortuna la nostra lingua possiede un verbo che ci supporta), non può che restar basito di fronte a una vicenda in cui, a parte la pronuncia emiliana di Friedrich Engels, ci imbattiamo nello stesso ricco imprenditore tedesco che legge Heidi la sera per dimenticare Marx, nel regista nipponico Miyazaki che prende a modello la casa di Goethe dove Heidi è assunta come animale da compagnia, in una signorina Rottenmeier che assurge ad avamposto della lotta di classe».
[tratto dal Preludio di Paolo Morelli a La signorina Rottenmeier, Mauro Orletti, Babbomorto Editore 2019]