Prefazione inedita a La Repubblica di Platone
La Repubblica (in greco Πολιτεία, Politéia), è la storia del quotidiano che ho fondato nel 375 a.C., un giornale organico e sorprendente, anche rivoluzionario se si considera che gli articoli sono redatti in forma di dialogo. Come collaboratori ho scelto alcuni amici di vecchia data, li ho invitati a un apericena a casa mia al solo scopo di convincerli a diventare giornalisti della mia testata: Anassagora, Aristotele, Teodoro, Epicuro, Menippo, Pitagora e perfino Socrate che non ha mai amato la scrittura. Epicuro ha un po’ tergiversato ma alla fine ha ceduto. Tutti insieme formiamo la redazione e tutti ci adattiamo di volta in volta a ricoprire diversi ruoli e mansioni, come il correttore del correttore automatico o il curatore della pagina dei necrologi. Per dare la possibilità ai nostri lettori di aggiornarsi in tempo reale ho creato anche la Repubblica on-line dove ogni collaboratore cura il proprio blog; particolarmente seguito è il blog di Socrate, con commenti spesso lunghi e retorici tra i lettori più ignoranti che fanno finta di sapere tutto ma non sanno niente, il blog di Aristotele è il più amato dai sub e dai maestri di nuoto, il blog di Epicuro si occupa soprattutto di temi legati al piacere di fare le cose come addobbi, decorazioni, cornici, giardinaggio, quello di Anassagora è seguito dagli agricoltori che qui hanno un terreno fertile per scambiarsi conoscenze sui semi, i frutti, le lune, quello di Pitagora, esperto di ortaggi, è il preferito dai vegetariani e vegani, nel blog di Menippo troviamo la satira, specialmente rivolta alla rivalità tra quotidiani nel contendersi il fondo delle gabbie dei pappagallini.
Platone, 360 a.C.
n gioiellino, un’intrusione deliziosa, garbata e feroce, nella Repubblica di ieri e, soprattutto, nelle molte e sconclusionate “repubbliche” di oggi.
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