Una mattina di ottobre Ortensia Marrone non è andata a lavorare perché le era venuto una gran mal di testa visto quel che le stava succedendo a casa. Ecco di cosa s’era accorta per la prima volta mentre sorseggiava il caffè.
Un pesce rosso senza troppe pretese continuava a lamentarsi in tondo perché a suo dire la boccia era troppo grande per lui, e non si ricordava mai qual era la direzione giusta per tornarsene al suo posto nel mondo. Il cane di là continuava ad abbaiarsi contro per farsi smettere di abbaiare, quando sembrava sul punto di esserci riuscito poi riprendeva. Le formiche scioperavano contro la monarchia, una fra loro si era allontanata dal corteo ordinato che si era formato e andava sempre più in solitaria alla ricerca di altre forme di governo o di un posto dove starsene da sola. Una lumaca da come scappava via sul terrazzo si capiva che aveva combinato qualche grosso guaio, e intanto piangeva una bava appiccicosa. Un ragno s’era impiccato con la tela di un altro ragno che c’era rimasto male per la fine della sua tela, e si lamentava con una mosca che si portava continuamente le zampe alle testa perché conosceva quel ragno depresso e suicida. I piccioni sulla grondaia pulivano i propri escrementi col becco, ne chiamavano altri a raccolta e cacciavano via quelli oziosi; poi toglievano via anche le piume cadute per lo scontro.
Una pianta stava per dire qualcosa anch’essa ma poi è rimasta in silenzio di fronte a un tale casino epocale; e intanto rinsecchiva.
[Francesco Marsibilio]