Nunzio Sciarretta era un trentenne diventato incapace di portare fuori di casa il suo corpo a causa di una specie di malattia dello spirito, che s’era prosciugato di ogni forza di volontà. Eppure, nonostante questo aspetto negativo, si reputava una persona realizzata, a suo dire molto più dei suoi ex compagni di scuola che erano diventai avvocati o ingegneri che nel fine settimana spendevano i loro soldi per comprare i mobili all’ikea. Quel che aveva fatto Nunzio, nella pratica, era stato trasformare i castighi che gli avevano dato da piccolo nelle cose che di più in assoluto preferiva fare nella vita. Quindi Nunzio trovava un certo godimento a sentirsi in colpa per questioni di poco conto e di conseguenza a costringersi automaticamente in punizione, accettando perciò volentieri di non uscire più di casa per starsene in camera sua tutto solo, fermo immobile sui libri, a leggere, o a studiare, o anche soltanto a penarsi nei pensieri, saltando molte volte la cena, e in ogni caso evitando il contatto e la comunicazione con gli amici e i parenti. Ogni tanto però anche quel suo godimento, fatto di solitudine, lo faceva sentire in colpa, e di quella colpa non sapeva che farsene, e a quel punto faceva una pausa dal tormento perpetuo e lasciava arieggiare la camera in modo che quei sensi di colpa si diluissero nell’aria fresca, e potesse poi ricominciare con la sua pratica, e proprio in quei momenti Nunzio Sciarretta sperava tanto che dalla finestra aperta entrasse una mosca a fargli compagnia.
[Francesco Marsibilio]
Potrebbe trasformarsi lui stesso in una mosca…
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