Prefazione inedita a Le parole tra noi leggere di Lalla Romano
Io i miei testi li davo sempre da leggere a mio marito. Il quale però ultimamente era diventato un po’ pigro e quindi ci metteva sempre più tempo a leggere i miei testi e a darmi commenti utili per migliorarli. Stavolta ero sicura di aver scritto proprio un bel libro, almeno a me sembrava un bel testo, tutto giocato sull’incomunicabilità tra genitori e figli, e così un giorno mentre usciva di casa, lo detti a mio marito da leggere. Passano diversi giorni, ma lui niente, non sembrava neanche averlo notato, oppure se l’era semplicemente dimenticato. Allora ogni tanto facevo qualche allusione, a pranzo, anche a cena, dicevo… Eh, certo se avessi qualcosa da fare, sai, mi annoio tutto il giorno, vorrei tanto lavorare al mio nuovo romanzo, ma non so bene come fare, avrei davvero bisogno di qualcuno che mi faccia qualche commento… Ma lui sembrava non sentirmi nemmeno, continuava a rigirare la forchetta nel piatto per raccogliere gli ultimi spaghetti rimasti. La cosa mi stava facendo impazzire. Eppure mio marito era sempre stato piuttosto solerte nell’aiutarmi coi miei testi, nei primi anni della nostra relazione. Ne parlai con una mia cara amica. Ma scusa, mi disse lei, fa’ in modo che se lo veda sempre davanti, così lo leggerà per forza. Mettiglielo sul comodino, con sopra un massaggio chiaro! Allora seguii il consiglio della mia amica, misi il mio testo sul suo comodino, col titolo in prima pagina, ben in vista, seguito da un messaggio imperativo chiaro e tondo. Le parole tra noi LEGGERE.
Lalla Romano