Nel discorso della storia professiamo la verità di quella e non diremo cosa grande che non sia autorizzata dai medesimi storici spagnoli che la toccarono in parte o in tutto. Poiché la mia intenzione non è di contraddirli bensì di servir loro da commentario e glossa e da interprete in molti vocaboli indios che, come stranieri in quella lingua, interpretarono impropriamente come si vedrà nel discorso sulla storia. Il quale offro a la pietà del lettore senza altra pretesa che quella di servire la Repubblica Cristiana tramite cui si rende grazia al Nostro Signore Gesucristo e alla Vergine Maria sua madre, per il cui merito e intercessione si degnò la Eterna Maestà di tirar fuori dall’abisso dell’idolatria tanti e tanto grandi nazioni e di ricondurli al grembo della Sua Chiesa Cattolica Romana, madre e signora nostra.
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Così il Signore Onnipotente quando vuole fare misericordia tira fuori le cose più misteriose e necessarie dalle cause contrarie, come tirò fuori l’acqua dalla selce e la vista del cieco dal fango che gli mise negli occhi, che notoriamente si mostrano come opere della misericordia e della bontà divina. E anche usò di questa sua pietà per inviare il Suo Vangelo e Luce di verità a tutto il nuovo mondo che tanta necessità ne aveva, poiché vivevano – o per meglio dire sembravano vivere – nella tenebra della paganità e dell’idolatria tanto barbara e bestiale (come nel discorso della storia vedremo).
[Inca Garcilaso de La Vega, Comentarios Reales de los Incas, 1616]