Un briciolo di divagazione metafisica sulla letteratura non è mai fuori luogo. Sto minimizzando a bella posta le possibilità che i libri nascondono in sé. Ed esse sono insospettabili. Difatti la sovversione inizia prima di tutto nell’ambito della metafisica.
Già nel 1981 sulla rivista “Vidici” e sul giornale “Student” fu pubblicato un piano preciso di smembramento della Jugoslavia. Per il sindaco belgradese, i comitati e le giunte era inaccettabile. E allora sulla scena apparvi io, assieme ad alcuni compagni, e ci applicammo con impegno a distruggere le forme, a svilire i tempi e a dileggiare i luoghi. I capoccioni della cattedra di letteratura contemporanea sbagliano a credere che prima va a rotoli lo stato, e solo dopo, assistendo al tracollo di tutti i valori, nel caos che ne deriva gli artisti si mettono a distruggere la forma. Al contrario, prima si sfasciano i romanzi, e solo dopo lo stato.
Ma è meglio lasciar da parte la politica perché…
[Svetislav Basara, Mongolski bedeker, Quodlibet 2009]