Prefazione inedita a Les Illuminations di Rimbaud
Qualche anno fa – nel 1880 per l’esattezza – ho deciso di abbandonare la poesia e andarmene dall’Europa. Ho fatto tutto con discrezione, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Ma chissà come, chissà perché, qualcuno se n’è accorto e ha detto che mi sono ritirato qui nel Corno d’Africa – da dove adesso scrivo – per fare import-export di caffè; c’è anche chi si è spinto a sospettare che io abbia intrapreso un traffico d’armi. Nulla di più falso, e nulla di più irritante e fastidioso per me: vendere armi, ma figuriamoci! Capisco che quando qualcuno abbandona la propria nazione e se ne fugge in luoghi lontani ogni illazione è possibile, e capisco anche che per evitare ogni falsa asserzione mi sarebbe stato sufficiente pubblicare subito un testo che avevo composto verso il 1873 o giù di lì. Lo consegno ora alle stampe proprio per contrastare ogni idea malsana su quel che sono venuto a fare in Africa.
Volli intitolarlo già sul manoscritto “Illuminazioni” e una ragione c’era: se il suo contenuto fosse giunto prima all’attenzione pubblica nessuno avrebbe messo in giro la calunnia del traffico d’armi. L’opuscolo ricostruisce infatti il mio avviamento e le mie conoscenze nel mondo del commercio di lanterne, lampade a petrolio, fanali, lucerne, ceri, candele e paralumi. In queste pagine tento di spiegare con chiarezza i caratteri tecnici dei diversi tipi di luminarie, quanta potenza di luce producono, i costi medi per ogni tipo di soluzione, le opportunità di arredamento, non senza collocare in appendice un paio di esempi progettuali: quali illuminazioni è meglio collocare in un normale appartamento e quali sono indicate per far risplendere un lungo viale senza eccessivi consumi.
Insomma, tutto quel si deve sapere sull’illuminazione pubblica e privata. Perché questa è l’attività che ho avviato qui in Corno d’Africa. Altro che caffè o armi: progettazione e vendita di impianti per “Illuminazioni”, come appunto indica il titolo, che non lascia spazio a dubbi.
E chiudo questa premessa dichiarando che gli affari non vanno male. Si guadagna molto di più che a scrivere poesie. Ma questa è cosa ovvia.
Arthur Rimbaud