Caligine

A Tornareccio giunto il momento di festa era scesa giù una gran tristezza che come una caligine aveva circondato le persone, le case, le chiese e si era poggiata su ogni cosa del paese, e la festa non era mica venuta tanto bene. E il giorno dopo attorno a quella delusione del giorno prima s’era creata però una bella atmosfera fra la gente, e si potrebbe dire che c’era un clima di euforia, o per meglio dire di entusiasmo, ché si voleva organizzare la festa quella dell’anno prossimo, magari in modo impeccabile. E così ognuno partecipava, diceva la sua, faceva proposte, anche se nel profondo, a dire il vero, a ben vederla la cosa, nelle parole dette e nelle espressioni delle facce c’era qualcosa che li tradiva, insomma ognuno di loro c’aveva nascosto un timore, soprattutto nei muscoli e nei punti dove si toccano le labbra, e è quasi sicuro che quel timore era dovuto al fatto che alla fine sarebbe potuta tornare di nuovo la gran tristezza ad avvolgere tutto, proprio come nella festa appena passata, e la festa non sarebbe riuscita nemmeno l’anno prossimo. Ma a Tornareccio hanno una forza di volontà ammirevole e anche altro a cui pensare oltre alle feste, e perciò il clima positivo di euforia, o per meglio dire di entusiasmo, l’ha avuta vinta su tutto il resto, e si direbbe che è durato per parecchio tempo, e più esattamente per altri 363 giorni e qualche ora ancora, più un po’ di minuti, fino a quando uno detto Lu Chjove, il chiodo, il giorno di festa è entrato nella sala dove si riuniva il comitato della festa, tipo pro loco, e col rammarico in voce ha detto a tutti che poco prima, mentre stava affacciato dal belvedere che dà a nord a pensare a quanto sarebbe stata bella la festa, aveva visto qualcosa nell’aria arrivare. E allora tutti per un po’ si sono agitati, la parola più pensata e sussurrata è stata ecchè, col rammarico, poi hanno sperato che quello era uno scherzo de Lu Chjove, che però non era mai stato tipo da fare scherzi, e allora infine hanno sperato nel brutto tempo, insomma che quella cosa che si vedeva arrivare fosse soltanto un ammasso di nubi, il che era un bene, ché la pioggia era comunque gestibile dal comitato, o altre ipotesi di questo tipo, insomma meteorologiche, anche se a dire il vero, a ben vederla la cosa, in realtà sapevano che non era così. Infatti poi dopo è arrivata la gran tristezza che come una caligine s’è poggiata su ogni cosa e la festa anche quell’anno lì non è mica venuta tanto bene.

[Francesco Marsibilio]

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