Ci vuole del tempo e poi del coraggio prima di fare una cosa, tipo quella che s’è messa in testa di fare Filomena Jubatti che era da sessant’anni che gli era entrata nella testa l’intenzione di uccidere il marito Adolfo ma che le ci è voluto del coraggio e al coraggio è servito sempre dell’altro tempo e intanto si sono fatti sessant’anni di litigi, e qualche botta di troppo, ma anche qualche figlio, tutti battezzati come le piaceva dire sempre a Filomena al telefono ai parenti in Australia. Poi ieri sera, saranno state nemmeno le nove di sera, dopo cena, erano lì a letto che dormivano come vecchi, cioè in realtà Filomena faceva finta, e quando finalmente il coraggio s’è fatto pronto lei ha preso una bic che stava sul comò e con tutta la forza che c’aveva l’ha piantata sul collo di Adolfo, che era fascista ma siccome che c’aveva dei mustacci importanti lo chiamavano baffone, e lui ci rimaneva male, i baffetti piccoli purtroppo non gli stavano bene, si giustificava. Comunque Adolfo un attimo prima era lì che russava ma poi un attimo dopo era su un fianco che non russava più e Filomena è rimasta stesa vicino al corpo immobile di Adolfo per tutta la notte ché tutto sommato l’amava a lui che le aveva dato figli e tutti battezzati. E al mattino seguente visto che Filomena s’è un po’ pentita per via dell’educazione cattolica è uscita presto per andare a messa per chiedere perdono e pregare per il miracolo della resurrezione e mentre rientrava a casa ha visto Adolfo al bar con gli amici che lo chiamavano baffone-baffone e lui lo sentiva che si lamentava che gli era cresciuto un neo a quell’età. E Filomena solo lei sapeva che c’era stato il miracolo.
[Francesco Marsibilio]