«Non è convincente» disse. «Non usa una prosa chiara. Usa le parole in modo improprio. O ha dei disturbi cerebrali oppure ha qualcosa da nascondere». Così il discorso del Presidente non funzionò neanche per Emily D., con la sua sviluppata sensibilità per l’uso formale del linguaggio, per la proprietà e la prosa, così come non funzionò per i nostri afasici, con la loro sordità alle parole ma anche la loro sviluppata sensibilità al tono.
Ecco dunque dov’era il paradosso del discorso del Presidente. Noi normali, indubbiamente aiutati dal nostro desiderio di essere menati per il naso, fummo veramente menati per il naso (populus vult decipi, ergo decipiatur). E così astuta era stata la combinazione di un uso ingannevole delle parole con un tono ingannatore che solo i cerebrolesi ne rimasero indenni, e sfuggirono all’inganno.
[Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Adelphi 2009]