“In una famiglia felice…” pensò, con la schiena ancora tesa, sentendo la bambina che piangeva, “i bimbi dovrebbero nascere tardi, molto tardi, o forse sarebbe meglio non averne affatto. Sarebbe meglio stare in albergo e pagare la pensione, due persone senza legami.” Sentiva il pianto crescere di volume, si alzò in piedi e sfiorò la cortina pensando: “Carlo Marx scrisse Il capitale con i bambini che gli piangevano intorno. Deve essere stato davvero un grande uomo…” Se ne andò fuori, aprì la porta esterna, carezzò la testa alla bambina e ripeté: “Da brava bambina”. Giaceva a destra della porta, con la faccia in giù, e appena lo vide singhiozzò ancora più forte.
[Lu Hsün, La vera storia di Ah Q, Feltrinelli 1970]