A Chieti c’erano molte caserme militari. C’era anche l’ospedale militare. I diciottenni di Chieti erano fortunati perché quando arrivava il momento di fare la 3 giorni non dovevano andare lontano. Anche quelli che, per un motivo o per l’altro, venivano mandati a fare la visita medica, si allontanavano di poco. Mio cugino venne mandato all’ospedale militare. Era contento perché diceva che l’avrebbero sicuramente riformato. Diceva che si era fatto raccomandare dal vescovo. Invece lo fecero idoneo. Quando ci incontrammo provai a farmi spiegare cos’era successo. Non ne volle parlare. Però mi raccontò di un tipo che era con lui. Quando gli controllarono il pene, con la solita frase “su l’uccello”, chiuse gli occhi e rimase immobile, concentratissimo. Allora un uomo in divisa gli si avvicinò e gli urlò nell’orecchio “lo devi alzare con le mani!”.