La verità è che nulla amo di Torino: non il suo ordine, non la sua mediocre civiltà piena di sussiego. Odio i suoi impiegatucci, i suoi militari, i suoi uomini politici. Mi opprime il palazzone lussuoso dove abito e, chiuso in questa camera di luce fredda, mi contristano le sue mura massicce, la facciata dove so che si apre la mia finestra. E’ questa la prigione, dove mi sono serrato volontariamente con una sentenza che nessuna grazia potrà mai cancellare.
[Anna Banti, Noi credevamo, Mondadori 1967]