I nani di Mantova

LOMBARDIA

CITAZIONI

Nel Palazzo Ducale di Mantova, reggia di Gonzaga, c’è un curioso appartamento che sembra stato ideato e costruito per ospitare un popolo di bambole. Stanzine, salottini, corridoietti, tutto in miniatura, tutto come in un giocattolo.
Capricci di signori del tempo andato, capricci di architetti; ma non è una casa per le bambole, è l’appartamento dei nani di corte.
Qui, una volta, sostarono insieme un gruppo di ragazzi e uno scrittore.
Insieme immaginarono una storia di nani, ma anche di uomini e di giganti. La scrissero, la illustrarono con grandi disegni, come fanno i cantastorie.
Poi la portarono in corteo per le strade di Mantova, cantando e recitando accompagnati da un’orchestra di tamburi, di padelle e coperchi, di latte e di bidoni.
Questa è la storia scritta – alla maniera dei cantastorie – parte in versi e parte in prosa.

Signori e buona gente,
venite ad ascoltare:
dei nani le avventure
vi andremo a raccontare.
A Mantova sul Mincio,
nel Palazzo Ducale,
vivono i gran signori
in cinquecento sale.

I nani stanno sotto,
in un appartamento
dove il soffitto quasi
toccava il pavimento.

Vivono là sepolti
come animali in gabbia
e d’essere nati nani
provano immensa rabbia.

[Gianni Rodari, I nani di Mantova, Giunti Editore, 1980]

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