Meglio le rane

EMILIA ROMAGNA

SCIENZA E TECNICA

Luigi Galvani aveva un nipote, Giovanni Aldini, che anche lui si era interessato alle applicazioni dell’elettricità in campo medico. Fra l’altro pubblicò uno studio, An account of the late improvements in Galvanism, nel quale sostenne la possibilità di riportare in vita un cadavere attraverso stimoli elettrici. Per dimostrarlo andò a Londra, perché qui i condannati a morte venivano impiccati e non decapitati. Per resuscitare un morto, infatti, c’era bisogno della testa.
A Londra incontrò George Forrest, detenuto per l’omicidio della moglie e della figlia. Aldini si convinse che era l’uomo perfetto per il suo esperimento. Allora, per essere sicuro che il processo andasse per il verso giusto, e cioè che i giudici lo condannassero all’impiccagione (esito per niente scontato dato che esistevano buone ragioni per ritenere che la moglie avesse ucciso la figlia e si fosse poi suicidata), Aldini comprò i giudici e lo fece condannare. Una volta messe le mani sul cadavere, diede il via all’esperimento. Si servì di una grande pila e con quella colpì il cadavere con tremende scariche elettriche. I presenti inorridirono. Al suo assistente gli venne un colpo e morì dopo qualche ora. A quanto sembra, però, il cadavere ricominciò effettivamente a respirare e il suo cuore a battere. Ma fu una resurrezione apparente perché il cervello non diede segni di vita.

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