Poi mi metto in strada e prendo un altro passaggio per Auray. A Auray mi prendono su un ragazzo e una ragazza su una Due cavalli. A parte i due cavalli, fa’ attenzione, eh, mi dicono, che c’ha anche un paio di buchi, questa bagnarola, e uno proprio lì davanti al mio sedile, se non lo copro con il piede si vede l’asfalto bagnato che scorre sotto di noi come un fiume in piena. Sghignazzano a non finire ‘sti due bretoni, a raccontarmi dei loro buchi, finché poi mi mollano vicino a un camping, a Carnac.
Ogni tanto piove, dieci minuti di pioggia, poi cinque senza pioggia, poi altri venti di pioggia. Tutto il giorno così. Mentre piove monto la mia tenda e poi mi avvio verso les alignements, “gli allineamenti”, di menhir, s’intende.
Arrivato a les alignements, smette di piovere, c’è anche un po’ di sole sui menhir. I menhir sono delle pietre proprio molto simili a quelle che avevo visto nei disegni di Asterix e Obelix, ma più piccole. Sono disposti in diverse file, come dei soldatini schierati. Nei tabelloni delle spiegazioni, si parla anche di Dolmen, che, sempre secondo le mie letture di Asterix, dovrebbero essere delle semplici costruzioni un po’ magiche, due pietroni verticali coperti da un altro pietrone orizzontale. Finalmente lo trovo, il dolmen. Ce n’è uno solo. Un solo dolmen. All’inizio è un po’ deludente questa cosa, non è neanche tanto grande, ma poi mi ci siedo dentro, e è grande abbastanza da potermici rintanare dentro rannicchiato mentre fuori si rimette a piovere. Ecco, vedi la magia del dolmen, ti permette di guardare la Bretagna rimanendo all’asciutto.
[Paolo Pergola, Passaggi. Avventure di un autostoppista, Exorma 2013]