C’è una ragazza, nel corridoio, che balla. Quando lo vede gli va vicino e sempre ballando gli dice: «Dài, balliamo, ti va di ballare?».
«No» risponde Armando.
«Ma vaffanculo» dice lei «tu e la tua camicia del cazzo».
Poi si gira e torna a ballare nel corridoio.
Armando si domanda cos’è che non va nella sua camicia. Non ci trova niente di strano, una camicia azzurrina, normale. Proprio non capisce qual è il problema della sua camicia. A lui sembra anche una bella camicia. L’ha messa per fare l’esame di filosofia e la Nico non ha trovato niente da ridire sulla sua camicia. Ma quella è la Nico e pensa che non è giusto fare paragoni. Non puoi fare paragoni in questo momento, pensa. Se vuoi fare paragoni devi aspettare che anche i ciellini organizzino una festa e poi devi andare alla festa, indossare la stessa camicia, sentire quello che si dicono, vedere se qualcuno ti invita a ballare, a quel punto rifiutare, vedere se ti manda a fare in culo. Allora sì, che puoi fare paragoni.
[Un uomo in movimento, Discanti, esce a ottobre]