Un mese prima che si verificasse il terremoto in Emilia del 20 maggio, in aprile, è uscito un libretto per le edizioni passaggio che, credo, farebbero bene a leggere in molti, a partire dai maggiori esperti nazionali che la Commissione Grandi Rischi (Settore Rischio Sismico) ha interpellato per analizzare le problematiche della pericolosità e rischio sismico nell’area della Pianura Padana.
Il libretto in questione presenta, nella traduzione di Eolo Lapo Marmigli, alias Paolo Morelli, e con il suggestivo commento iconografico di Carlo Bordone, la “Predizione pantagruelina per l’anno perpetuo”.
Si tratta di una breve opera in cui Rabelais se la prende, non senza spasso, con il proliferare di almanacchi e profezie che, in quella prima metà del ‘500, imbonitori di ogni sorta compilavano per un pubblico superstizioso e credulone. Falsi profeti che, più o meno consapevolmente, si rendevano funzionali al potere dei sapienti o, per meglio dire, a quel sistema di potere che, per essere esercitato, per poter dettare regole, doveva anche dotarsi di un attributo di sapienza. Sistema di potere che trovava nella piazza un ascoltatore attento poiché desideroso di vedere falsificata la realtà, negata l’evidenza e allontanata il più possibile la miseria della propria condizione.
In questo modo si realizzava il paradosso del ciarlatano istituzionale, mandato al popolo per colmare con la propria magniloquenza sgangherata la lacuna, sempre più profonda, che divideva la regola dalla necessità, la religione dai bisogni della comunità derelitta e, in definitiva, l’apparenza dall’evidenza.
E’ con l’arma scaltra del paradosso che Rabelais, anagrammati i suoi panni con quelli dell’indovino Alcofribas (proprio come Morelli con quelli di Eolo Lapo Marmigli), compila le sue predizioni, tanto più assurde e paradossali quanto più evidenti ed ovvie… ma si sa, all’evidente e all’ovvio nessuno presta attenzione, neppure i censori. Ebbene, basta leggerne una per capire da dove provenga l’ispirazione che ha guidato la Commissione Grandi Rischi nella redazione del documento presentato nella conferenza stampa dell’8 giugno. Oppure per apprezzare il tentativo (seppur fallito) di predizione pantagruelina di Giampaolo Giuliani, forse anagramma di un Gargantua contemporaneo, che sostiene di poter anticipare di 6-24 ore il manifestarsi di un terremoto.
Dice la Commissione Grandi Rischi: non esistono a tutt’oggi metodi scientifici attendibili di previsione dei terremoti nel breve periodo. Tuttavia la conoscenza del sottosuolo e gli eventi che si sono succeduti dal 20 maggio in poi permettono di formulare alcuni orientamenti per l’evoluzione futura: nei segmenti centrale e occidentale della struttura che hanno già registrato gli eventi di maggiori dimensioni – tra Finale Emilia e Mirandola – le scosse di assestamento stanno decrescendo in numero e dimensione; nel caso di una ripresa dell’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza; non si può altresì escludere l’eventualità che, pur con minore probabilità, l’attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora.
“I cecati, quest’anno, ci vedranno ben poco, i sordi ci sentiranno molto male, i muti non spiccheranno una parola, i ricchi se la caveranno un po’ meglio dei poveri e i sani decisamente meglio dei malati”. Questo, per chi avesse dubbi, lo dice François Rabelais.
Mauro Orletti
[François Rabelais, Predizione pantagruelina per l’anno perpetuo, edizioni passaggio 2012]