strepposia [strep-po-sìa] s.f. (pl. -sie)
Reazione di intolleranza determinata da un’attesa ripetutamente frustrata ed aggravata dall’interferire di circostanze sfavorevoli.
Es. Un giorno che la televisione era rimasta accesa, mentre cercava di aprire un barattolo di cetriolini dello Spreewald, Bonarelli sentì che in un programma a quiz facevano la seguente domanda : L’imperatore Carlo V trascorse gran parte della vita viaggiando nei suoi domini. In quanti letti ha dormito? 2000 – 2500 – 3000 – 3500. Tremila! pensò d’impulso Bonarelli, che andò a piazzarsi davanti al televisore per verificare l’esattezza della sua illuminazione. Il concorrente però, dopo un ragionamento estenuante durato dei quarti d’ora, chiese prima l’aiuto del pubblico e poi, siccome non era ancora convinto, la telefonata a casa. E a quel punto gli venne una tale strepposia, a Bonarelli, che appena si accorse di avere fra le mani il barattolo di cetriolini ancora sigillato lo scagliò contro il televisore facendolo cadere a terra e fracassandolo in tremilacinquecento pezzi.