a J. Fijman y A. Artaud in memoriam
Ringrazio l’oscurità
che mi lascia vedere chiaramente il mondo.
Ringrazio gli amici che non sono mai venuti.
Ringrazio le donne che mi hanno abbandonato
perché impazzissi solo.
Ringrazio la luna
che parla con me
quando nessuno mi parla.
Ringrazio il sole che non c’è mai
salvo quando usciamo in cortile
a trascinare i piedi e sbaviamo.
Ringrazio l’imbottitura delle pareti
che mi protegge la testa.
Ringrazio l’infermiere
che mi dà la pasticca azzurra
e la verde e la rossa
e questa maledetta pasticca bianca come un confetto
che non prendo mai
e che mi ficco nel culo.
Ringrazio l’altro infermiere
che mi dà carta e matita
perché io scriva le mie poesie di pazzia
e resista alla morte.
Ringrazio le due scimmie
che mi fanno l’elettroshoc
quando mi altero un poco/
per bruciare lentamente i miei neuroni
che però ancora resistono
così che lo sappiano
i gorilla figli di puttana:
scrivo ancora la mia sporca poesia.
[Aldo Luis Novelli, traduzione di Carlo Bordini]