Prima della Fiat politicamente ero un qualunquista. Vedevo adesso alla Fiat gli studenti che davanti al cancello davano volantini. Che volevano parlare con gli operai. Il fatto mi sembrava un po’ strano. Mi dicevo, ma come. Questi che hanno il tempo libero per scopare e per divertirsi. Vengono davanti alla fabbrica che è la cosa più schifosa che c’è. La fabbrica che è davvero la cosa più assurda e schifosa che c’è. Vengono qua davanti alla fabbrica, cosa ci vengono a fare. M’incuriosiva un po’ questo fatto. Però pensavo alla fine che erano dei pazzi, dei coglioni, dei missionari. E non m’interessavo a quello che dicevano.
Questo era in primavera. In aprile. Non c’ero mai andato alle riunioni con gli studenti. Una volta andai al primo maggio. Io le feste del lavoro non le ho mai concepite. Ma che scherziamo, la festa del lavoro. La festa dei lavoratori, i lavoratori che fanno festa. Non mi era mai entrato nella testa perché il lavoro doveva essere festeggiato.
[Nanni Balestrini, Vogliamo tutto, Feltrinelli 1971]