Al n’é brîsa turnè

L’uomo che verrà deve sapere cos’è successo all’uomo che è venuto. L’uomo che verrà deve sapere cos’è successo alla sua famiglia. Cos’è successo ai contadini di Montesole, ai padroni, ai partigiani, ai soldati di Kesserling.

L’uomo che verrà è un film sull’uomo che è venuto. Duro come un pezzo di legno. Come un dialetto quasi scomparso.

È venuto anche un uomo tedesco. Era detto “il monco”. Aveva perso l’avambraccio sinistro a Char’kov, fronte orientale, così lo chiamavano “il monco”.

Un altro tedesco si chiamava Kesserling, era maresciallo. Gli alleati lambivano la Linea Gotica e lui intanto dirigeva le operazioni di ritirata. Per proteggersi dalle armi (poche) dei partigiani aveva ordinato alle SS di fare terra bruciata alle sue spalle.

“Il monco” era un maggiore delle SS al comando del 16° Panzergrenadier Reichsfuhrer.

Parte dalla Versilia lasciando dietro di sé una lunga scia di morti. E poi lì, in Emilia, ai piedi del monte Sole, fra Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno, fa strage di uomini, donne, bambini. Milleottocentotrenta in tutto.

Il più vile sterminio di popolo, ha detto Salvatore Quasimodo.

L’uomo che è venuto era duro come un pezzo di legno. Come il dialetto di una comunità contadina. L’uomo che verrà… al n’é brîsa turnè.

Mauro Orletti

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