In fondo lo sapevo che era tutta una questione di coscienza e incoscienza. Che la leggerezza é una qualità relativa, non é frutto di alcun calcolo matematico. Infondo lo sapevo che si é pesanti solo se ci si sente vecchi e pieni, e leggeri solo se si ingoia tutto e digerisce tutto alla velocità della luce. Le persone leggere in realtà hanno semplicemente un ottimo apparato digestivo che permette di vivere una cosa, assaporarla tutta, digerirla alla velocità della luce e ricominciare.
Infondo lo sapevo che da qualche parte nel mondo esisteva una storia bellissima e perfetta, la cui chiarezza avrebbe racchiuso tutta la poesia del mondo, ogni forma di leggerezza e pesantezza. Infondo sapevo che basta guardare nella natura per capire il senso del mondo, per capire perché quel tipo lì ci ha sorpassato in curva facendo un gestaccio o perché le gocce di gelato si sciolgono cattive attorno al cono, scendono sporche tra le dita, d’estate.
Accendo la radio. Brucia un’estate ambigua ed incerta fuori dalla finestra. Nuvole che passano come carrozze, raffiche di vento violente e fredde ma brevissime, saette. Sole che spacca il cemento quando si decide ad uscire e che avvolge tutti i suoni, ingoia ogni ronzio di frigorifero e tutti, proprio tutti i rombi di motociclette lucidate a festa. La radio esita come le nuvole, sputa due o tre ballate, un Beat It e quattro notizie di cronaca sconnesse. Non ricevo i messaggi che mi sono diretti, confondo tutto, il sole, le macchine, le nuvole, la terra, il vento, l’Iran e Michael Jackson. Poi, per un attimo, la mia attenzione si risveglia. Il Bombo, spiega il radioprensentatore, il Bombo é materia di studio da anni… continuo a non capire, tutto continua a confondersi ed io peso di un peso cosmico ascoltando. Ma ascolto, perché si parla di Bombo, un animale il cui nome rimbalza e mi fa sorridere.
Il Bombo, spiega il radiocronista, il Bombo é materia di studio da anni. Gli studiosi non riescono a spiegarsi come sia possibile che un animale così grosso e grasso, così inesorabilmente PESANTE possa riuscire a volare, con delle ali cosi piccole. Tutte le sue proporzioni sono sbagliate. Tutte. Niente “scientificamente” spiega il volo del Bombo. Così gli studiosi hanno passato mesi, anni, a cercare di capire come faccia il Bombo a sollevarsi da terra, a saltare da un fiore all’altro, a nutrirsi e a girovagare tra le piante. Sorrido pensando a questo gruppo di studiosi seri seri come la morte, gli occhiali calati fin sotto la punta del naso, camici bianchi e guanti, che studiano, seri seri come in un tribunale, il volo dell’animale più grasso della terra. Sembra, spiega ancora il radiopresentatore che chissà perché mi diventa più simpatico, sembra che ormai gli scienziati, dopo anni e anni di studio e calcolo di leggerezza e pesantezza, di pieno e vuoto, di ali e catene, siano giunti ad una conclusione. Sono riusciti a trovare una ragione scientifica al volo del Bombo. Pare, dice ancora il radiocronista cercando di apparire serio serio come i camici degli scienziati enunciando i risultati della ricerca, pare che il Bombo voli per una sola e unica ragione. Pare che il volo del Bombo sia “scientificamente” spiegabile da un’unica e sola teoria: il Bombo vola, dicono gli studiosi seri seri come dei bibliotecari, perché NON SA che non può volare. Il Bombo vola perché é incosciente dei propri limiti. Della propria pesantezza. Della sproporzione del suo corpo e delle sue ali. Il Bombo ignora di essere l’animale con meno propensioni fisiche al volo. Non lo sa, lui. Quello che gli interessa, al Bombo, é di andarsene su quel bel fiore li, di andarsi a fare un bel giro su quel fiore là, e di inebriarsi tutto il pomeriggio di giallo, fino a perdere quasi il controllo delle proprie ali. Avete mai visto un Bombo, di sera, prima del calare de sole, tornarsene a casa strapieno e soddisfatto? Quasi non ce la fa più ad andar dritto, quasi cade lui, che neanche dovrebbe volare. Eppure a casa ci torna, si addormenta ed il giorno dopo, contro ogni previsione, infrangendo ogni legge fisica e scientifica, suscitando la meraviglia di studiosi e camici bianchi e persone serie serie come la scuola, si alza, sbatte le sue alette minuscole da Bombo, guarda il cielo blu, sente l’aria nuova del giorno che inizia, e dimostra che per spiegare ciò che la scienza non capisce, o per azzittire ogni pesante scetticismo, basta solo un briciolo di leggera, leggerissima, poesia.