L’umana distanza
Nascosta nell’ombra
Rapace, si ciba
Di un’altra memoria
Dell’eco del vento
Che chiede ancora parola.
Si accendono i cori
E si brinda il Natale
Mi abbraccia fedele
L’umana distanza
Favola della morale:
Ricorda di dimenticare!
Allora brindo da solo
Con davanti il mare
Eterno custode
Di ogni memoria
Attendo il mattino
Stanotte mi oscuro d’immenso.
Nel mare ogni padre
Nel mare l’ignoto
Mistero che alcuno
Potrà mai insegnare
L’ingresso dell’occhio
Nei sensi della memoria.
Rapito dal vento
Smarrito è il ricordo
Ha perso ogni luce
L’umana distanza
L’inverno ritira
Le mani anche dalla mia schiena.
Nel finto deserto
Sussurri nell’acqua
Ed anche dal fondo
Il mare si muove
Dilato ogni senso
E ascolto mio padre nuotare.