L’Uomo vitruviano

Cosa aveva in mente Leonardo Da Vinci mentre disegnava l’Uomo vitruviano nudo dentro al cerchio e al quadrato io non lo so, ma c’è il caso che non avesse in mente niente, era annoiato, di quella noia mista a malanimo che prende gli uomini soprattutto il pomeriggio dopo un certo orario. Di sicuro non c’era un’idea precisa, scientifica o artistica, e nessun mistero cosmologico: c’è dietro solo la noia, che porta a far cose strane e ridicole, involontariamente. Del resto se noi oggi, dopo cinquecento anni, guardiamo il disegno dell’uomo nudo geometrico e ci viene automaticamente da ridere come delle scimmie, che è un dato empirico da accettare con maturità e senza ipocrisie, vuol dire che dentro l’Uomo vitruviano si muove un grosso equivoco epistemologico, ed è arrivato il momento di sbugiardarlo prima che faccia dell’altro danno: il corpo umano, già in fase statica, è un impasto di sproporzioni e disarmonie. In fase dinamica poi, salvando qualche meccanismo secondario, il corpo umano è confuso: come se qualcosa dentro di lui continuasse a muoversi e protestare.
E se questo è il corpo, facciamo un po’ i conti col resto. Non parlo solo per me.

[Paolo Colagrande, Senti le rane, Nottetempo 2015]

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